Tappeti dell’artigianato abruzzese da XVII al XX secolo

Una leggenda racconta che l’arte dei tappeti fu introdotta a Pescocostanzo da schiave turche e cipriote, mancano documenti storici che avvalorino tale tesi ma è noto che prima dell’anno 1000, nuclei di orientali (in particolare greci, albanesi e bulgari) dimoravano sulla fascia costiera abruzzese-pugliese e nei territori interni. Da tenere in conto è la grande produzione di lana della zona e l’isolamento in cui le donne vivevano quando gli uomini erano via con le greggi a svernare nei territori pugliesi.

Tutti elementi che avvalorano quindi l’ipotesi di un’origine antica locale del tappeto di lana, a cui si affiancò in seguito l’apporto delle schiave orientali, sembra infatti che ci siano testimonianze scritte sulla presenza di schiave a servizio di nobili famiglie di Pescocostanzo.

Da sabato 23 Settembre a sabato 30 Settembre 2017

“Tecnicamente il tappeto di Pescocostanzo differisce da quelli orientali annodati che genericamente sono detti persiani ed assomiglia alle tovaglie perugine e ai tappeti tessuti dalle popolazioni del Caucaso della regione Karabagh, detti Sumak. I fili che costituiscono i motivi ornamentali a colori sono intrecciati nell’ordito e alternati ad ogni battuta, da fili di trama del fondo. Anche le tinture a Pescocostanzo come nei centri del Caucaso venivano ricavate da sostanze vegetali ed organiche. Il tappeto pescolano non servì mai per coprire pavimenti bensì: cassoni nuziali, panche, pareti. Il formato stretto e lungo del primo del secondo tipo ce lo conferma; ma anche quelli a due teli con le proporzioni e le caratteristiche del tappeto classico servirono per rivestire le pareti e coprire letti. Nonostante le affinità tecniche ed estetiche con altri manufatti va riconosciuta alle abili e creative donne di Pescocostanzo la particolare fantasia ed il gusto nell’intreccio sia nei colori che nei disegni che hanno portato all’elaborazione di un particolarissimo genere di tessuto che è a ragione considerato il più bel prodotto tessile dell’arte popolare italiana.”

estratto dalle informazioni affisse nella sala dei Tappeti del Museo del merletto a tombolo di Pescocostanzo (AQ).

Tappeto di Pescocostanzo del XVII secolo cm. 320 x 123